Questa mattina durante l’udienza dibattimentale tenutasi presso il Tribunale di Lucera, CODICI si è costituita parte civile, insieme al Comune di Castelluccio dei Sauri; al Comune di Troia; all’Associazione Udico; a Legambiente; all’Associazione Salute e Territorio di Troia ed a singoli cittadini, nel processo su una questione conosciuta a molti: la discarica di Giardinetto in agro di Troia (FG).
Sarebbero tre gli imputati della società I.A.O. srl accusati, tra cui figurano il consulente tecnico ed il rappresentante legale della società predetta (foto di archivio). A loro carico diversi capi d’imputazione: primo fra tutti l’accusa di disastro ambientale con pericolo della pubblica incolumità. Ma non solo: si parla di presenza di fanghi neri e maleodoranti contaminati da inquinanti tossici e nocivi; di rifiuti presenti nel sottosuolo; di rifiuti costituiti da materiale friabile fra misto di cemento e residui di mattoni contaminati da inquinanti tossici e nocivi, di abbandono di ingenti quantità di rifiuti pericolosi costituiti da pannelli di eternit contaminati da fibre di amianto con derivato pericolo per la salute pubblica; di falsa attestazione alla Regione Puglia della messa in sicurezza e bonifica dell’amianto, omettendo la rimozione, lo smaltimento e la bonifica dei capannoni sui cui tetti erano presenti pannelli di eternit in cattivo stato di conservazione.
Ripercorriamo le tappe di questa terribile storia, iniziata il 30 ottobre 1996.
L’area su cui insiste questa immensa discarica è stata definita più volte e senza mezzi termini una “bomba ecologica”: sotto inchiesta la società IAO, che avrebbe occultato nel sottosuolo su una superficie di 70ettari, migliaia di tonnellate di rifiuti molto pericolosi (amianto, cadmio, cromo esavalente ed altri metalli pesanti di natura cancerogena). Gli scarti letali provengono prevalentemente da: Germania, Francia, Corea del Sud, Italia Settentrionale e perfino dall’Enichem di Manfredonia. La conferma che ciò che accadeva era qualcosa di strano e pericoloso è documentato da rapporti, denunce, cause, condanne annullate e nuovi sequestri. Il lavoro di anni finì in una bolla di sapone malgrado si trattasse della più grande discarica di rifiuti industriali presente attualmente in Italia; ma il sequestro del dicembre 2009 riaprì il gioco per la correlazione esistente tra la discarica da rifiuti tossici e alcune morti avvenute nel territorio per cancro. Codici si era già interessato alla vicenda, inoltrando a fine 2009, diverse richieste di accesso agli atti all’Asl di Foggia ed al dipartimento provinciale di Foggia dell’Arpa Puglia al fine di acquisire informazioni in merito all’indagine epidemiologica, ai sensi del Decreto Legislativo n.195 del 19 agosto 2005. Stando ai fatti, l’Asl avrebbe avviato un’indagine epidemiologica e intrapreso delle attività al fine di conoscere quante più rilevazioni possibili, ma tante delucidazioni occorrevano ancora. Oggi poi la costituzione di parte civile di Codici!
“Codici esprime soddisfazione per il risultato dell’udienza dibattimentale di questa mattina perché sia fatta giustizia per tutti i cittadini e per tutelarne la loro salute” – commenta il Segretario Nazionale del Codici, Ivano Giacomelli – .
Il Pubblico Ministero ha depositato un’ampia documentazione e le parti hanno fatto richieste istruttorie sull’ascolto di testimoni e sull’esame degli imputati.
Il Tribunale ha disposto preliminarmente una perizia sulla verifica della sussistenza e dell’ entità del disastro ambientale e sull’opera essenziale per la bonifica. Fino al 15 marzo prossimo tutte le parti potranno porre quesiti al perito nominato, il cui conferimento dell’incarico è stato rinviato al 31 marzo 2011.