“L’acquisizione attraverso il debito” è la tecnica finanziaria maggiormente utilizzata dalle cosche.
“Nel Lazio le organizzazioni criminali sono radicate ed estremamente efficaci – commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici – i molteplici episodi di criminalità che si sono susseguiti negli ultimi mesi sul territorio sono il sintomo evidente che le cosche malavitose sono operanti e fortemente attive”.
Roma, poi, è terreno fertile per la criminalità organizzata, qui sono infatti presenti tutte le organizzazioni, sia nazionali che estere. Gli interessi economici delle cosche si evolvono soprattutto nel settore imprenditoriale e commerciale della ristorazione: nel primo semestre 2010 sono stati arrestati alcuni esponenti di rilievo delle cosche reggine; nei quadri societari di esercizi commerciali sottoposti a sequestro si trovano affiliazioni delle famiglie Alvaro, Palamara, Mancuso, Bonavota, e Fiarè.
Clamorosa fu l’operazione conclusa dalle forze dell’ordine nel mese di Luglio 2009 che portò al sequestro del noto locale di Via Veneto il Cafè de Paris, simbolo della Dolce Vita romana. Da qui si evince l’evoluzione del fenomeno della criminalità organizzata e delle sempre più sofisticate pratiche illecite utilizzate. Basti pensare che gli investimenti condotti con elevata capacità imprenditoriale hanno consentito alle nuove aggregazioni criminali di acquisire esercizi commerciali, dissimulando l’origine del capitale attraverso cavillate formule di pagamento e di tecniche finanziare. Tra queste, appunto, quella del leverage buy out che letteralmente significa “acquisizione attraverso il debito”.
Dall’analisi dell’Osservatorio CODICI, emerge che il sistema mafioso investe quindi nel settore terziario e negli appalti e si manifesta attraverso:
- la presunta corruzione di pubblici funzionari;
- procedure irregolari per l’assegnazione dei lavori;
- scarsa trasparenza delle procedure;
- alterazione delle condizioni concorrenziali che può contribuire ad annientare le imprese oneste;
- burocrazia farraginosa;
- il ricorso a provvedimenti di natura emergenziale;
- lo sviluppo incontrollato dei cantieri dettato dalla politica del “fare per fare”.
“Quanto accade – conclude Giacomelli – è il chiaro segnale di una presenza pervicace e distruttiva della criminalità nel tessuto sano della città”. Per questo il Codici si rivolge alle varie Amministrazioni affinché prevedano:
- maggiore trasparenza negli appalti;
- libertà di accesso alle informazioni come previsto per l’accesso alle informazioni di natura ambientale;
- valutazione dei lavori degli uffici pubblici, snellendo la burocrazia ancora troppo farraginosa;
- trasparenza sui provvedimenti di natura emergenziale per i quali vengono assegnati appalti senza gare;
- un affinato organismo di controllo, sofisticato quanto le nuove tecniche usate dalle infiltrazioni, con la partecipazione della società civile a mettere in atto una azione che vada ad incidere contro il fenomeno di apparente clientelismo, legato a fazioni politiche, che potrebbe nascondere capitale criminale;
- di verificare la trasparenza nella pubblica amministrazione, inerente soprattutto la situazione patrimoniale di funzionari collocati in posti chiave.