Acea per 67.000 in consumo stimato solo dai 20 ai 40 euro

Codici invita i consumatori che si sentono lesi dal provvedimento a presentare le proprie osservazioni scritte sul sito dell’Autorità.

File interminabili  agli sportelli per i consumatori,  mancata fatturazione, mancato accoglimento delle autoletture degli utenti, fatturazioni basate sul consumo stimato e non effettivo, bollette con importi errati, che riportano somme stratosferiche, ritardi nei conguagli, improvvisa sospensione della fornitura. Questi sono solo alcuni dei disservizi che quasi quotidianamente i cittadini lamentano all’Associazione Codici. Ma per gli utenti i disagi non finiscono qui, visto che il provvedimento adottato dall’Autorità per l’Energia ed il Gas riconosce solamente un  minimo risarcimento di 20 euro per chi ha subito disservizi per un anno e mezzo e 40 euro per chi li ha subiti per oltre tre anni.

Dopo anni di disservizi vissuti da utenti disperati, la sanzione stabilita per Acea non risulta eccessivamente leggera?

Le speranze dei consumatori, in effetti, erano ben diverse. Erano nate grandi aspettative quando l’Autorità, con deliberazione 462/2012/S/EEL, aveva avviato nei confronti di ACEA Energia S.p.A. un procedimento per accertare violazioni in materia di fatturazione dei consumi e di standard generali di qualità commerciale della vendita di energia elettrica ed irrogare le relative sanzioni amministrative pecuniarie.

Le aspettative erano alte anche perché l’Autorità riconosceva e contestava ad Acea diversi comportamenti:

Il mancato rispetto dello standard generale per quanto riguarda la percentuale di risposte a richieste scritte di informazioni inviate entro il termine di 30 giorni e la percentuale di risposte motivate a richieste scritte di rettifica di fatturazione inviate entro il termine di 40 giorni. Entrambe sono risultate inferiori allo standard del 95%.
Il mancato rispetto della periodicità di fatturazione per 64.743 clienti serviti in maggior tutela.
L’emissione di documenti di fatturazione basati su consumi stimati, pur avendo a disposizione i dati di misura effettivi comunicati dal distributore.
La non corretta “gestione” delle autoletture.

Ma tutto ciò non ha portato ad un risarcimento equo per tutti quei consumatori che per anni hanno subito i disservizi della famosa azienda capitolina. L’Autorità per l’Energia ha infatti accettato gli impegni proposti da Acea, dichiarando ammissibili i seguenti punti:

Eliminazione, dalla bolletta relativa ai POD non trattati orari appartenenti al servizio di maggior tutela, della “coda di fatturazione”, cioè dell’addebito di quei consumi stimati (da parte del venditore) riferiti al periodo compreso fra la data di rilevazione del dato di misura effettivo da parte del distributore e la data di emissione della bolletta al cliente finale.
Pagamento di un indennizzo a favore della clientela del servizio di maggior tutela interessata dal mancato rispetto della prescritta periodicità di fatturazione alla data del 31 dicembre 2012: la società propone di modulare l’importo dell’indennizzo in funzione della durata del disservizio subito dal cliente, prescrivendo il pagamento di 20 euro per disservizio compreso fra uno e nove cicli di fatturazione, 30 euro per disservizio compreso fra dieci e quindici cicli di fatturazione e 40 euro per disservizio oltre i quindici cicli di fatturazione.
Sono esattamente 64.743 gli utenti che oggi sono doppiamente vessati: fino ad ora dai continui disservizi di Acea ed oggi dall’eccessiva debolezza del provvedimento dell’Autorità. Il Codici invita tutti i consumatori che si sentono lesi da tale provvedimento a presentare le proprie osservazioni scritte in merito agli impegni proposti entro il 28 dicembre sul sito internet dell’Autorità tramite il seguente link.