Codici: per i giudici è vietato disturbare le madri che adottano comportamenti alienanti verso il genitore padre

La legge è uguale per tutti, tranne che per i genitori separati. Secondo i dati Istat, il 97% degli affidamenti nei casi di separazione è alla madre e non c’è settimana che questo sbilanciamento non trovi conferma.

Un caso che merita una riflessione, oltre che un cambio di rotta da parte dei giudici, riguarda il modo in cui le madri gestiscono le visite del padre ai figli.

“Nella stragrande maggioranza dei casi i figli vengono affidati alle madri – dichiara il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – e questo significa che il padre deve andare a casa della ex e sottostare alle sue regole, che spesso sono scorrette. Parliamo di dispetti con cui la madre punta a minare il rapporto tra padre e figli, già colpito dalla separazione. La visita viene negata all’ultimo minuto, magari adducendo la scusa di un improvviso e misterioso malanno, oppure si cambia l’orario, sempre per mettere in difficoltà il papà. In una situazione del genere c’è chi sprofonda nella depressione e rinuncia a vedere il proprio figlio – sottolinea Giacomelli – ma c’è anche chi non si arrende e decide di lottare per far valere i propri diritti. E qui subentrano i giudici con decisioni paradossali. Il padre che bussa alla porta della ex per chiedere di poter vedere il figlio finisce indagato per stalking. È assurdo, siamo di fronte ad una distorsione incredibile della realtà. Invece di accertare le cause che hanno portato ai problemi nella visita padre-figlio, si punisce il papà, a prescindere. Questo è il frutto di una cultura perversa – conclude il Segretario Nazionale di Codici – che ritroviamo nelle polemiche sul Ddl Pillon, criticato da chi vuole soltanto difendere la disparità dei diritti, da chi vuole che un genitore abbia più diritti di un altro, naturalmente favorendo la madre e punendo il padre”.