C’è ancora tanto da fare. È la riflessione, spontanea ed amare, che nasce il giorno dopo la Festa del Papà.
Deriva dalla condizione in cui versano i padri separati, in aumento tra i nuovi poveri, colpiti da una giustizia troppo spesso a senso unico verso le donne, discriminati e demonizzati.
È il caso della campagna pubblicitaria lanciata da Feltrinelli in occasione della Festa del Papà, poi ritirata dopo le polemiche che si sono scatenate sui social. In un volantino compare un bimbo sulle spalle del papà che dice: “io comunque preferisco la mamma!”. “Non capiamo il senso di questa iniziativa – dichiara il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – perché celebrare la Festa del Papà con una campagna anti-papà? Ci aspettiamo dei chiarimenti da parte di Feltrinelli ed anche delle scuse. In Italia è in corso un dibattito molto animato sull’affido condiviso, che in alcuni casi è degenerato in scontri durissimi, in particolare sul Ddl Pillon. In un contesto del genere bisognerebbe moderare i toni, rispettare le posizioni di tutti e, tornando al caso Feltrinelli, evitare campagne pubblicitarie inopportune”.
Dopo le polemiche, il volantino è stato sostituito con uno nuovo con la scritta “Il mio papà è un super lettore”, con disegnato un padre-supereroe. Sarebbe bello se anche la giustizia ogni tanto tornasse sui suoi passi. Come nel caso di una separazione che rischia di gettare sul lastrico un uomo. Impiegato con uno stipendio medio e titolare di una pensione, con i suoi guadagni ha consentito alla famiglia, moglie e figlia, di vivere senza problemi economici. Almeno fino a quando un giudice ha stabilito che dovesse garantire alla donna, che non lavora, il mantenimento del precedente tenore di vita, riassunto in questo conto: 1.400 euro al mese più 70% delle spese straordinarie e 800 euro di mutuo per la casa, che resta a lei. Facendo un rapido calcolo e considerando un nuovo affitto, all’uomo restano 200-300 euro per vivere.
“Sentenze che lasciano senza parole – commenta il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – i giudici non tengono conto della realtà, prendono decisioni fuori dal tempo, a senso unico, tartassano i padri mettendoli in grave difficoltà, sul piano economico ed anche su quello degli affetti”.