Codici: finalmente anche il Tribunale condanna le banche per i diamanti da investimento

Una sentenza importantissima, perché in un’aula di giustizia viene sancito quanto accertato dall’Antitrust.

È quella emessa nei giorni scorsi dal Tribunale di Verona in merito alla vicenda dei diamanti da investimento, le famigerate pietre vendute a prezzi più alti del valore di mercato a consumatori ignari dei rischi a cui andavano incontro, non avendo ricevuto informazioni adeguate dalle banche e dalle società che gli hanno prospettato l’operazione finanziaria.

Il Tribunale di Verona ha condannato Banco Bpm a risarcire un investitore del danno causato dalla compravendita di diamanti della Idb, tra l’altro dichiarata fallita dal Tribunale di Milano nel gennaio scorso. Un risarcimento da 32mila euro, la differenza tra il valore reale delle pietre preziose ed il prezzo pagato.

“Stiamo assistendo diversi consumatori che sono stati convinti ad investire in pietre preziose in maniera tutt’altro che chiara – afferma l’Avvocato di Codici Marcello Padovani – e da tempo denunciamo il comportamento scorretto degli istituti di credito. Alcuni hanno cambiato fortunatamente atteggiamento, altri invece continuano a portare avanti una politica che non tiene in considerazione i clienti. È il caso di Banco Bpm, la cui responsabilità è stata ora accertata anche dal Tribunale, dopo l’intervento dell’Antitrust del 2017. Anche Unicredit ha assunto un atteggiamento che non possiamo condividere, in quanto offre delle soluzioni soltanto ad alcuni clienti e non è chiaro il criterio adottato. La sentenza che arriva da Verona aggiunge un tassello importante alla vicenda, accerta per la prima volta la responsabilità di una delle banche coinvolte – conclude l’Avvocato di Codici Marcello Padovani –  una vittoria nella battaglia per tutelare i consumatori, per i quali chiediamo il risarcimento dell’investimento, fatto all’oscuro dei rischi a cui andavano incontro e con la prospettiva di guadagni irrealizzabili”.