Codici: crociera da incubo finisce in Tribunale - CODICI | ASSOCIAZIONE DI CONSUMATORI

Una vera e propria esperienza da incubo quella che ha coinvolto i malcapitati turisti della Costa Pacifica nella crociera “Le perle del Caribe”, durante le vacanze natalizie del 2017. I gravi e reiterati disservizi e disagi causati dalla compagnia di navigazione italiana spinsero oltre 50 croceristi, delusi e stressati da una vacanza ben al di sotto delle legittime aspettative, a condividere la disastrosa esperienza nel corso del volo di ritorno in Italia, anch’esso non privo di problematiche, ed a rivolgersi all’Avvocato Stefano Gallotta, Responsabile Legale del settore Vacanze e Trasporti dell’Associazione Codici per ottenere un giusto indennizzo.

I problemi erano sorti ancor prima della partenza, con la cancellazione di ben tre delle sette tappe programmate: Saint Marteen, La Romana e Isola Catalina, ossia le tappe più belle della crociera, che avevano principalmente determinato la loro scelta, sostituite, nel primo caso, da un giorno di navigazione (22.12.2017) e negli altri due, senza giustificazione alcuna, con Amber Cove (23.12.2017) e Samanà (24.12.2017), località di gran lunga meno attraenti rispetto a quelle originariamente previste.

A fronte delle variazioni di itinerario palesemente peggiorative, Costa Crociere non applicò alcuna riduzione del prezzo originariamente pattuito e, a questo, si aggiunsero ritardi nella consegna dei bagagli in cabina, code interminabili in occasione degli sbarchi e imbarchi (tali da indurre molti turisti a restare a bordo o a ridurre le proprie soste a meno di un’ora per località), onerose escursioni in località e spiagge reclamizzate come incantevoli e risultate essere fatiscenti e inadeguate e, infine, come se non bastasse, il rientro in Italia da Guadalupa con voli Alitalia per Roma Fiumicino e Neos Air per Milano Malpensa, dopo un’attesa a bordo di oltre tre ore prima della partenza, senza alcuna assistenza e con aria condizionata a temperatura rigida, giungendo in Italia con diverse ore di ritardo e, in alcuni casi, con la conseguente perdita delle coincidenze aeree per la destinazione finale.

I gravi e inaccettabili disservizi furono riconosciuti come tali dal Direttore Commerciale e Marketing Carlo Schiavon in occasione della trasmissione Mi Manda RaiTre dell’11.01.2018, il quale arrivava a dichiarare che “la prima cosa che mi viene da dire, a titolo personale ma anche a nome dell’azienda che rappresento, noi siamo molto dispiaciuti che durante questa crociera ci siano stati dei disservizi… abbiamo fatto una serie di verifiche per capire puntualmente quali siano state le ragioni di questi disservizi e abbiamo capito che effettivamente ci sono stati dei problemi per cui questa crociera non è stata la migliore esperienza di vacanza possibile” ed infine ribadiva il concetto: “che su questa crociera si siano verificati dei disservizi è chiaro”.

A tale ammissione di responsabilità e alla disponibilità a risarcire i croceristi manifestata nel corso del noto programma televisivo non fece seguito, “a fari spenti”, alcuna disponibilità transattiva da Costa, che dapprima dichiarò che “il Dottor Schiavon non ha mai riconosciuto i disagi lamentati” e, successivamente, dinanzi alle registrazioni televisive tuttora disponibili nel sito Rai, rispose, ancor più incredibilmente, che “il Dottor Schiavon ha riconosciuto l’esistenza di disservizi ma essi non sono stati dallo stesso dichiarati imputabili alla nostra Compagnia”.

“Questa mancanza di ogni disponibilità transattiva e di rispetto verso i propri clienti – dichiara l’Avvocato Stefano Gallotta, che sta seguendo l’iniziativa legale – rende inevitabile l’azione giudiziaria presso il Tribunale civile di Lecce che, in questi giorni, sarà introdotta nell’interesse di oltre 50 croceristi, delusi e irritati da un atteggiamento poco serio e non consono ad una delle grandi aziende italiane che ci rappresentano nel mondo. Stiamo chiedendo il giusto ristoro per quanto accaduto ai malcapitati turisti, alcuni dei quali erano in viaggio di nozze, con importi variabili tra i 2 mila ed i 4 mila euro ciascuno in quanto, oltre alla compensazione pecuniaria per il ritardo e i disservizi aerei, è dovuta la riduzione del prezzo per l’itinerario modificato in peggio e il danno da vacanza rovinata, come disciplinato dal Codice del Turismo e pacificamente riconosciuto, in casi simili, dalla giurisprudenza di merito”.