Codici: l’Ue metta al bando il Biossido di Titanio dai prodotti alimentari

Sospendere l’utilizzo del Biossido di Titanio nei prodotti alimentari. È la richiesta che l’Associazione Codici porterà lunedì prossimo nell’incontro del Gruppo di Lavoro della Commissione Europea sugli additivi alimentari, a cui parteciperà come Cie – Consumatori Italiani per l’Europa, unione di tre Associazioni di Consumatori composta anche da Aeci e Casa del Consumatore.

“Il Biossido di Titanio, altrimenti noto come E171 – dichiara il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – è ampiamente utilizzato in una vasta gamma di prodotti alimentari, tra cui prodotti di pasticceria, panetteria e salse. Test effettuati da gruppi di consumatori in diversi Paesi dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, hanno rilevato la presenza di nanoparticelle di E171 in molti prodotti popolari, come dolci e gomme da masticare, frequentemente consumati da bambini ed altre fasce di popolazione vulnerabile. Ci sono troppi elementi che, a nostro avviso, rendono necessaria la sospensione dell’uso del Biossido di Titanio. Ci riferiamo: al parere espresso da alcune autorità, a partire dall’Efsa, che hanno evidenziato lacune ed incertezze nei dati che non consentono di valutare completamente il rischio per la sicurezza sul Biossido di Titanio; agli studi, come uno dell’Università di Sidney, che hanno scoperto possibili effetti nocivi per la salute; all’utilizzo dell’E171 solo a fini estetici, non avendo alcun valore nutrizionale e non svolgendo alcuna funzione tecnologica benefica negli alimenti, come ad esempio quella di prolungare la durata di conservazione. Tanti, troppi aspetti poco chiari e preoccupanti – conclude il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – che devono spingere la Commissione Europea ad applicare il principio di precauzione, rimuovendo il Biossido di Titanio dall’elenco Ue di additivi alimentari consentiti. È un’iniziativa necessaria ed anche fattibile, come ha dimostrato la Francia che ha deciso di sospendere l’utilizzo dell’E171 negli alimenti a partire da gennaio 2020”.