Applicata l’Intelligenza Artificiale al “rating reputazionale digitalizzato” Mevaluate

“Mettere gli individui, le aziende e le organizzazioni in condizione di costruire la propria affidabilità grazie alla reputazione digitalizzata e dotata di rating”.

Questo il tema centrale dell’intervento che Michele Petrone, Chief Information Officer Crop news onlus, fondata da Mevaluate Holding (Ireland) ha esposto durante l’International Seminar AIMED 2019 – Economic and Policy Implications of Artificial Intelligence tenuto all’Università Mediterranea di Reggio Calabria nei giorni 27 e 28 settembre 2019.

Mevaluate definisce un approccio completamente nuovo alla reputazione. Un algoritmo proprietario classifica la reputazione attraverso un rating di valutazione sotto forma di A-A-A-100-100 (punteggio più alto). Ogni lettera/numero di questo «rating reputazionale digitalizzato» è relativa a un’area specifica: penale, fiscale, civile, studi e formazione (solo per gli individui), lavoro e impegno civile. Il rating deriva esclusivamente da fatti ponderati comprovati da documenti, quindi chiunque voglia ottenere un «rating reputazionale digitalizzato» dovrà condividere tutti i fatti con prove documentate all’interno di una comunità di utenti. L’interazione con l’intelligenza artificiale (AI), a questo punto, svolge un ruolo importante in tre modi principali: 1) verifica la veridicità e l’affidabilità dei documenti caricati dall’utente; 2) definisce una valutazione approfondita dei fatti illustrati nel testo di ciascun documento; 3) anticipa i cambiamenti nel comportamento di individui e organizzazioni e affina i “pesi” attribuiti dall’algoritmo ai fatti documentati.

L’interazione tra la AI e la reputazione digitalizzata e dotata di rating metterà finalmente gli individui, le aziende e le organizzazioni in condizione di costruire la propria affidabilità.

Case study “Antimafia Digitale”
Anbsc (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), vigilata dal Ministero dell’Interno e diretta dal prefetto Bruno Frattasi, alla ricerca di nuovi modi per certificare il controllo legalitario e di un’efficiente gestione economica dei beni sequestrati e confiscati, nel rispetto e tutela degli interessi di fornitori, clienti, dipendenti, ma anche di consumatori e utenti, ha avviato un case study sull’applicazione di questo modello di «Antimafia Digitale» insieme ai partner:

– Apart (Associazione professionale auditor reputazione tracciabile), vigilata dal ministero dello Sviluppo Economico ai sensi della Legge 4/2013;

– Crop news onlus (Cronache reputazionali oggettive personalizzate), fondata da Mevaluate Holding, editore del periodico online Crop news;

– Federazione consumatori e utenti (Codacons, Codici, Konsumer Italia);

– Inag (Istituto nazionale amministratori giudiziari).

Giovanni Mottura, presidente Inag, ha dichiarato: “La crisi economica è una perniciosa influenza che abbatte le “difese immunitarie” delle imprese, genera una maggiore vulnerabilità delle stesse, amplificando il bisogno di liquidità e, fatalmente, la probabilità di ricorso a denaro di provenienza illecita, e di conseguenza la maggiore possibilità di infiltrazione mafiosa: la criminalità organizzata può dunque riuscire ad insediarsi più facilmente all’interno delle aziende. L’Antimafia digitale, cioè l’interazione tra la AI e il “rating reputazionale digitalizzato” elaborato da Mevaluate Holding e pubblicato da Crop news costituisce quindi un nuovo ed efficiente “modello organizzativo di gestione e controllo”, capace di individuare tempestivamente i rischi a cui l’azienda è esposta e intervenire in maniera incisiva nel corso di tutta la sua vita, al fine di evitare qualsiasi “contagio”. E tutto ciò per rafforzare il sistema della prevenzione antimafia, salvaguardando la libertà d’impresa e il mantenimento dei livelli occupazionali, arginando in maniera risolutiva l’insediamento del fenomeno criminale nel tessuto economico, e senza prevedere un’anticipata “estromissione” dei soggetti titolati alla gestione dell’attività economica”.

“Sempre in relazione all’interazione tra la AI e il “rating reputazionale digitalizzato” elaborato da Mevaluate e pubblicato da Crop news a richiesta degli interessati – ha precisato Michele Petrone, Chief Information Officer Crop news onlus – bisogna considerare che questo è suscettibile ai cambiamenti culturali e storici ed è ponderato nel tempo, cioè il rating si evolve con il passare degli anni. Questo non è solo correlato ai nuovi fatti aggiunti, ma proprio all’idea che ogni fatto vada valutato in una prospettiva storica. La AI deve occuparsi di questo concetto analizzando i modelli storici dei fatti in tutta la “popolazione” classificata su base volontaria e suggerendo azioni di perfezionamento sui “pesi” dell’algoritmo”. Per Vincenzo Mancuso, co-founder Mevaluate Holding “un esempio può essere utile: all’inizio degli anni ’60 nei paesi occidentali, quando si valutava che un dirigente fosse assunto da un’organizzazione (azienda o ente), lo stato civile era tanto rilevante quanto la carriera militare. E un divorzio o una separazione dalla moglie avrebbero potuto portare a una valutazione errata. Oggi i divorzi e le separazioni sono invece così frequenti che nella maggior parte dei casi non sono più elementi rilevanti di giudizio, ai fini della valutazione di un dirigente per l’assunzione”. La AI aiuta a prevedere le tendenze non solo per un fatto specifico, ma anche per scoprire correlazioni tra tipi di fatti che suggeriscono l’intervento del Wec (Worldwide ethics committee) – il comitato etico mondiale di Mevaluate – sui “pesi” che determinano il punteggio espresso dal “rating reputazionale digitalizzato”. La AI contribuisce quindi a mantenere aggiornato e significativo l’algoritmo e le valutazioni risultanti.

 

“In conclusione – ha detto Domenico Marino, professore di economia Unirc e componente la Task force per l’intelligenza artificiale dell’Agid (Agenzia per l’Italia digitale,  Presidenza del consiglio dei ministri) – l’AI deve essere quindi indirizzata soprattutto per estendere la misura del valore che assegniamo a un fatto attraverso l’analisi semantica o per prevedere cambiamenti culturali che propongono nuovi modi di interpretare e ponderare i fatti nel tempo, in chiave di sviluppo del “rating reputazionale digitalizzato” pubblicato da Crop news”.