C’era una volta la finanza. Lo storico rapporto tra risparmiatori e banche, basato su una fiducia ripagata dalla possibilità di ottenere un tasso di interesse dai soldi depositati, è stato spazzato via dalla decisione di UniCredit di applicare i tassi negativi sui conti correnti.
È una conseguenza della politica della Bce, finora aggirata dagli istituti italiani con l’aumento di spese e commissioni per non colpire i clienti.
“La decisione di UniCredit rappresenta uno spartiacque importante – commenta il Segretario di Codici Lombardia Davide Zanon – per la prima volta in Italia saranno applicati i tassi di interesse negativi sui conti correnti. Inizialmente è circolata l’ipotesi di un provvedimento rivolto ai depositi superiori a 100 mila euro, ora la quota è stata innalzata ad oltre 1 milione di euro. UniCredit si giustifica spiegando che sarà interessato lo 0,1% della base dei suoi clienti, ma è il principio che a nostro avviso è preoccupante. Siamo di fronte ad un precedente grave e non solo perché altri istituti potrebbero iniziare ad applicare i tassi negativi sui conti correnti, scatenando una concorrenza tutta a svantaggio dei risparmiatori. A nostro avviso bisogna anche fare attenzione alle soluzioni alternative per la gestione di liquidità ipotizzate da UniCredit. Finora le proposte di investimento che le banche hanno formulato ai clienti hanno prodotto a volte solo problemi. Penso al caso dei diamanti, per citare quello che recentemente ha fatto più scalpore. Spesso si sottovaluta il grado di conoscenza e consapevolezza del risparmiatore, portandolo ad assumersi rischi troppo grandi, quando invece si potrebbe ricorrere a strumenti che offrono interessi bassi con rischi altrettanto bassi. Auspichiamo quindi un atteggiamento prudente da parte delle banche e magari anche un’opera di educazione finanziaria, che purtroppo fino ad oggi è stata carente, salvo rare eccezioni come quella di Intesa Sanpaolo. Alla luce di tutto questo condividiamo le perplessità sollevate in questi giorni sulla decisione di UniCredit – conclude il Segretario di Codici Lombardia Davide Zanon – non è questa la strada da percorrere per tutelare i risparmiatori, perché così si rischia di mettere in difficoltà i clienti, che potrebbero subire una perdita di valore dei soldi depositati in banca, ed anche l’intero settore”.