Quello che può sembrare un dettaglio per addetti ai lavori in realtà è un diritto che in molti hanno, ma che in pochi vedono garantito e che magari conoscono.
La normativa europea
Si chiama Mifid 2 ed è la normativa europea che tutela i risparmiatori sulla comunicazione dei costi e degli oneri associati al servizio di investimento ed agli strumenti finanziari o offerti. Nei giorni scorsi è stata pubblicata la seconda parte dell’indagine condotta dalla School of Management del Politecnico di Milano con il patrocinio di Moneyfarm per verificare se e come l’industria italiana del risparmio segue le indicazioni che arrivano dall’Unione Europea. La risposta purtroppo è preoccupante.
Bilancio impietoso
“Il verdetto che abbiamo letto è impietoso – dichiara il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – ci auguriamo che suoni come un campanello d’allarme per le banche, che devono cambiare atteggiamento, e per i risparmiatori, che devono far valere i loro diritti”.
Come illustrato da Moneyfarm, il 75% della documentazione relativa alla consulenza in materia di investimenti ed alla gestione di portafogli non riporta la totalità delle informazioni raccomandate dalla normativa Mifid 2, in circa l’80% dei casi analizzati non si riscontra trasparenza dell’effetto cumulativo dei costi sulla redditività dell’investimento. Nella maggior parte dei casi è stato necessario recarsi direttamente presso le filiali per ottenere dai consulenti le informazioni relative ai costi applicati ai servizi offerti. Come se non bastasse, nonostante sia obbligo di legge fornire al cliente i costi prima di stipulare il contratto, è emersa una certa difficoltà nell’ottenerli e nell’interpretarli per via di una presentazione spesso verbale e generica. Nessun intermediario ha seguito tutte le raccomandazioni dell’Esma, l’Autorità di Vigilanza Europea, e delle associazioni di categoria, anzi molti rendiconti risultano ancora poco chiari e leggibili. La normativa, ad esempio, raccomanda informazioni sintetiche e focalizzate solo sui costi, invece nel 72% dei casi i documenti sono lunghissimi, fino anche a 40 pagine, con i dati essenziali che magari arrivano dopo argomenti pubblicitari. Non solo. Il 94% degli intermediari finanziari usa termini di non immediata comprensione, solo nel 44% dei rendiconti le parole ‘costi’ e ‘oneri’ compaiono nel titolo, inoltre le pubblicazioni seguono tempi molto lenti, nonostante la raccomandazione dell’Esma di pubblicazioni tempestive.
I diritti dei risparmiatori
“Da una parte dobbiamo riconoscere la grande importanza dell’indagine condotta dal Politecnico e da Moneyfarm – afferma l’Avvocato di Codici Marcello Padovani – dall’altra non possiamo nascondere la grande preoccupazione per il quadro che ne emerge. Chi ha delle azioni presso una banca, deve ricevere delle informative puntuali e dettagliate, ma è chiaro che questo non avviene sempre. Quando ciò si verifica, ovvero quando le informative sono incomplete oppure inadeguate, la banca deve restituire le commissioni che ha addebitato e non ha specificatamente documentato. L’istituto è infatti tenuto a distinguere le voci che applica e ad indicarle in valori sia assoluti che percentuali per permettere al risparmiatore di capire quanto sta pagando per usufruire del servizio di prestazione dei servizi di investimento e per garantire anche una concorrenza leale, rendendo chiari e trasparenti i prezzi applicati dalle varie banche, mettendo così i cittadini nelle condizioni di scegliere a quale istituto rivolgersi senza avere poi brutte sorprese. Non parliamo di un optional, ma di un servizio che deve essere garantito ai risparmiatori. Ed è a loro che abbiamo deciso di rivolgerci, perché non è possibile continuare a subire passivamente l’atteggiamento scorretto delle banche”.
Sos rimborsi
L’Associazione Codici invita i risparmiatori ad inviare allo Sportello Nazionale la reportistica annuale ricevuta. Garantendo la privacy dei dati, gli esperti verificheranno se la documentazione spedita dalla banca è corretta e, in caso contrario, indicheranno quali azioni si possono avviare per riavere quanto ingiustamente sottratto. Lo Sportello Nazionale dell’Associazione Codici può essere contattato telefonicamente al numero 06.5571996 o via email all’indirizzo di posta elettronica [email protected].