Un provvedimento discriminatorio. È il giudizio dell’associazione Codici, che boccia il Family Act approvato dal Consiglio dei Ministri.
Dal pacchetto delle misure redatto dal Ministro alle Pari Opportunità Elena Bonetti emerge infatti un modello di famiglia squilibrato e molto lontano dalla realtà, non solo dal punto di vista lavorativo.
“Il Family Act ignora i padri – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – c’è solo spazio per una visione della famiglia ormai superata. Il provvedimento avrebbe dovuto prevedere gli stessi strumenti per entrambi i genitori, offrire le stesse garanzie, invece in questo modo si aumentano solo le differenze. È un’occasione persa. Il Governo avrebbe potuto varare una riforma in grado di riequilibrare finalmente il rapporto tra madre e padre, permettendo ad entrambi di lavorare e di occuparsi dei figli. Più che delle Pari Opportunità, Bonetti è il Ministro della discriminazione. Ad essere sinceri, non ne siamo neanche troppo stupiti. Ricordiamo il suo intervento di aprile, quando firmò un decreto per finanziare i centri antiviolenza. Saremmo molto curiosi di studiare l’efficacia di queste strutture. Di sicuro in quel momento ci saremmo aspettati anche un intervento a favore dei padri separati. Durante il lockdown, le visite ai figli hanno infatti subito una riduzione drastica, spesso con la motivazione di metterli al riparo dal rischio contagi, anche se purtroppo in alcuni casi tutto ciò si è rivelato una scusa per ostacolare i papà. Durante il periodo di sospensione delle udienze c’è stato un aumento dei ricorsi urgenti per il ripristino del diritto di visita proprio da parte dei padri, ci chiediamo dove fosse allora il Ministro Bonetti. Oggi si vuol far credere che con il Family Act i rapporti all’interno della famiglia saranno più equilibrati, ma in realtà non è così. Lo dimostrano i dati Istat sulla bigenitorialità, tanto decantata ma che in realtà è un’utopia. Quando viene stabilito l’affido condiviso, i padri vengono ignorati dai giudici, si pensa soltanto alla madre, a cui va l’assegno di mantenimento (90% dei casi) e la casa coniugale (69% dei casi). Peccato che di questo non si discuta mai, si usano solo dati non verificati e strumentali per far apparire i padri come dei violenti e poi si varano riforme che parlano di famiglia, ma che in realtà pensano soltanto alle madri”.
L’associazione Codici da anni è impegnata per l’affermazione della bigenitorialità. In quest’ottica ha lanciato la campagna “Voglio papà”, con cui fornisce sostegno ai padri separati in difficoltà. Per info e assistenza: [email protected].