Quello delle lesioni da pressione è uno dei grandi mali dell’assistenza ospedaliera.
Pur conosciute e note per la loro pericolosità per la salute della persona, in quanto il problema si pone soprattutto per soggetti allettati o privi di conoscenza e quindi in situazione di spiccata debolezza, non si applicano i protocolli di buone pratiche cliniche che vengono approvati.
L’associazione Codici ha intrapreso una lunga battaglia di civiltà contro quei dirigenti ospedalieri che ignorano il problema, perché rimasti finora impuniti. Una campagna per richiamare l’attenzione su una tematica troppo spesso lasciata in secondo piano. Il parere parere qualificato delle dottoresse Giovanna Baccillieri (leggi qui) e Vincenza Maniaci (leggi qui). Di seguito l’intervista al Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli.
Perché le lesioni da pressione sono diventate uno dei grandi mali dell’assistenza ospedaliera?
Prima di tutto bisogna sottolineare una cosa: le lesioni da pressione non sono una patologia. Sono una condizione che insorge in pazienti ospedalizzati ai quali non viene data la dovuta assistenza. Se compaiono, significa che ci troviamo di fronte ad una pessima assistenza sanitaria. Quella che deve essere combattuta è l’indifferenza delle strutture sanitarie di fronte a questo grave problema e di chi dovrebbe occuparsi di assistere il malato ma non lo fa, ignorando i protocolli. Ci sono poi altri due aspetti da tenere in considerazione: è difficile riconoscere la responsabilità e non ci sono norme sanzionatorie specifiche. Questo, purtroppo, ha creato una diffusa impunità, naturalmente tutta a svantaggio dei pazienti e dei loro familiari.
Negli ultimi anni l’Associazione Codici ha riscontrato la mancata o parziale attuazione da parte delle strutture ospedaliere dei protocolli assistenziali. Le lesioni da pressione sono prevedibili da parte del personale, a patto però che vengano seguite queste azioni:
– valutazione del paziente al momento della presa in carico, verificando la presenza di eventuali condizioni che riducano la mobilità o che impediscano il movimento, anche solo per cambiare posizione;
– adozione di strategie per i pazienti a rischio, ad esempio predisponendo un piano di posizionamento, cura e osservazione quotidiana della pelle oltre ad una corretta idratazione e nutrizione;
– documentazione di tutte le valutazioni di rischio, osservazione continua e identificazione della lesione.
Che incidenza hanno le lesioni da pressione sulle criticità della sanità italiana?
Su 38.354 sinistri ospedalieri, il 78,6% è registrato sotto il nome di piaghe da decubito e nel 7,7% dei casi l’ulcera è così grave da provocare un’infezione capace di diffondersi nell’organismo e di stroncare la vita del paziente fragile entro un anno dalla dimissione.
Le lesioni da pressione sono un problema ad alto impatto sociale: le previsioni dicono che 1 adulto anziano su 4 soffrirà di ulcere da pressione. Meno autosufficiente è la persona malata, più è elevato il rischio di lesioni da decubito, più gravi sono le ulcere che si determinano e più difficile è la guarigione. Una nostra indagine sui nosocomi romani ha rilevato che l’incidenza delle piaghe da decubito sui malati ospedalizzati è circa del 21,5%.
In cosa consiste l’azione dell’Associazione Codici su questa tematica delicata?
L’Associazione Codici si occupa di questi casi da tantissimi anni. Continuiamo a ricevere segnalazioni, a conferma di quanto il problema sia reale e tocchi purtroppo tante, troppe persone. Abbiamo avviato una campagna che ha un duplice obiettivo: da una parte quello di tutelare il diritto alla salute dei pazienti, dall’altro quello di sensibilizzare aziende ospedaliere ed istituzioni affinché vengano applicati i protocolli necessari per evitare l’insorgenza delle lesioni da pressione.
Un aspetto importante, che ripetiamo sempre a chi si rivolge alla nostra associazione, è la tempestività. Quando ci si accorge che il protocollo adottato per le cure non è quello corretto, quando ci si rende conto che l’assistenza sta causando dei problemi, bisogna subito avvisare il personale sanitario e chiedere un intervento. Nel caso in cui le richieste dovessero cadere nel vuoto, cosa che purtroppo a volte accade, l’Associazione Codici è pronta a fornire il proprio supporto. Per farlo in maniera efficace, però, abbiamo bisogno di materiale e per questo chiediamo sempre a chi ci contatta di consegnarci la cartella clinica del paziente e alcune foto che documentino l’insorgenza delle lesioni da pressione. Sembra incredibile per un Paese come l’Italia, ma far valere il diritto alla salute non è semplice, spesso è una battaglia dura e per vincerla bisogna avere più strumenti possibili, a partire dai documenti. L’Associazione Codici è sempre stata al fianco dei pazienti e continuerà ad esserlo per far applicare i protocolli necessari per evitare l’insorgenza delle lesioni da pressione, uno dei grandi mali dell’assistenza ospedaliera.