Non c’è fine per lo scandalo dello Scorciavacche, il viadotto sulla Palermo-Agrigento inaugurato prima del Natale 2014.
Il rischio prescrizione
Come se non bastasse il crollo ad una settimana dall’apertura, il processo che dovrebbe fare chiarezza sull’accaduto è impantanato da oltre 3 anni ed ora rischia la prescrizione. “Per la sentenza definitiva – dichiara Giovanni Crimi, avvocato di Codici – sono rimasti due anni ed il rischio che le accuse contestate dalla Procura cadano in prescrizione è concreto. Le indagini sono iniziate nel 2014, il processo è stato incardinato dal Tribunale di Termini Imerese, che però si è dichiarato incompetente in materia ed ha trasmesso il fascicolo al Tribunale di Palermo. Si è perso tanto, troppo tempo e questo sinceramente è strano. Purtroppo, però, non è nemmeno l’unica nota dolente di questa vicenda”.
Assenze pesanti al processo
L’associazione Codici è stata ammessa come parte civile al processo, che registra assenze pesantissime. “Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’Assessorato alle Infrastrutture della Regione Sicilia e l’Anas non si sono costituite parte civile – afferma l’avvocato Crimi – e questo, a nostro avviso, è un altro fatto strano di questo processo, oltre che grave. Faremo la nostra parte per far emergere la verità su quest’opera, ma sarà una corsa contro il tempo e, visto quanto successo finora, temiamo che sarà anche in salita”.