Gallotta: da Ryanair un comportamento inaccettabile

L’emergenza Coronavirus continua a creare problemi ai consumatori.

Dpcm e voli

Lo dimostra il mancato riconoscimento di Ryanair del rimborso del biglietto ai passeggeri che non possono partire a causa dei divieti sugli spostamenti introdotti dall’ultimo Dpcm. Di questo si è parlato a Radio Cusano, dove è intervenuto Stefano Gallotta, Responsabile Trasporti e Turismo di Codici, intervistato da Livia Ventimiglia e Annalisa Colavito nel corso della trasmissione Tutto in Famiglia (ascolta il podcast).

Il caso Ryanair

“Per l’ennesima volta – dichiara Gallotta – con l’entrata in vigore del nuovo Dpcm ci sono comportamenti inaccettabili di alcuni vettori, in questo caso Ryanair. L’Italia è stata divisa in zone, per alcuni non è possibile spostarsi, salvo situazioni eccezionali, ed i passeggeri, alla luce di questo, hanno contattato Ryanair per comunicare l’impossibilità di partire. Nella prima settimana del Dpcm, la compagnia ha risposto che sfortunatamente chi ha prenotato un volo e non può partire non ha diritto al rimborso. E tutto questo nonostante fosse intervenuto anche l’Enac, con un richiamo sul diritto al rimborso dei passeggeri. A quel punto, raccolte le segnalazioni di decine di passeggeri, abbiamo scritto a Ryanair. Visto che non abbiamo avuto nessuna risposta, siamo partiti con la class action“.

Diritti ignorati

La scarsa attenzione, per usare un eufemismo, di alcune compagnie nei confronti dei passeggeri non è certo una novità. “Dopo il Dpcm di maggio che riapriva le frontiere – ricorda Gallotta – alcune compagnie hanno messo in vendita biglietti cancellando poi i voli per una causa Covid19 che però non esisteva. I vettori, spinti anche dall’intervento dell’Antitrust, si erano impegnati a cambiare rotta, ma purtroppo siamo di fronte ad un nuovo caso scorretto ai danni dei passeggeri”.

Il peso delle sanzioni

Un modo di agire che si basa anche sul peso delle sanzioni e sulla forza dei consumatori a far valere i propri diritti. Una riflessione amara quella dell’avvocato Gallotta, che nel corso dell’intervista si è soffermato anche sull’attesa interminabile di 18 mesi per far valere il proprio diritto al rimborso.

In chiusura di intervista, un passaggio su un’altra vicenda, emblematica, ai danni dei consumatori: la sanzione dell’Antitrust ad Apple per la resistenza all’acqua degli iPhone, solo a parole per alcuni modelli.