Una decisione grave, un precedente pericoloso per chi vuole risposte e giustizia per i contagi ed i decessi che hanno caratterizzato la prima ondata dell’emergenza Covid19 e che continuano a segnare la pandemia.
La richiesta dei PM
Così l’associazione Codici giudica la richiesta di archiviazione presentata dai Pubblici Ministeri per il Direttore di Struttura Enrico Moschietto ed il Direttore Sanitario Giovanni Gallo della Rsa I Glicini di Bra (Cuneo), dove, da febbraio ad aprile dello scorso anno, si è verificato un aumento esponenziale di contagi, sia tra gli ospiti che tra i sanitari, con 40 decessi tra gli anziani.
La relazione dei consulenti
“Ci stiamo occupando di quanto avvenuto in questa struttura, fornendo assistenza legale ai parenti di alcuni ospiti – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e stiamo facendo lo stesso per altre Rsa perché ancora oggi, nonostante tutto quello che è successo finora, si continuano a verificare focolai, a dimostrazione di come si faccia ancora fatica ad adottare le misure adeguate ad evitare i contagi. Quanto accaduto per I Glicini, a nostro avviso, è inaccettabile. La richiesta di archiviazione per i principali responsabili deriva dalla relazione dei consulenti, secondo cui è impossibile, dal punto di vista scientifico, stabilire che il contagio sia avvenuto in un determinato arco-spazio temporale, mentre le mascherine chirurgiche non possono essere considerate efficaci al 100% contro il virus. Ma nella Rsa I Glicini le mascherine per un mese non sono state nemmeno usate. La consulenza si scontra e non tiene conto di una realtà chiara, che gli stessi PM giudicano gravissima, tanto da osservare che i due responsabili hanno gestito nel peggior modo possibile l’emergenza, non si sono adattati alle prescrizioni impartite dalla Commissione di Vigilanza e non hanno adottato nemmeno le cautele minime, come la separazione tra positivi e negativi”.
Mascherine e prevenzione
È un quadro agghiacciante quello che emerge dalle cartelle cliniche, dalla documentazione medica e dalle testimonianze di molti operatori sanitari. “Presso la Rsa – afferma Giacomelli – non sono stati adottati comportamenti idonei a prevenire il diffondersi del virus tra gli anziani. Come rilevano gli stessi PM prima di arrivare alla clamorosa richiesta di archiviazione, fino a metà marzo mancavano o erano insufficienti le mascherine chirurgiche per gli operatori. Alcuni familiari circolavano indisturbati e senza mascherina nella struttura, su autorizzazione dei vertici della Rsa, nonostante il divieto di accesso alle strutture socio-sanitarie ai parenti degli ospiti imposto dal Dpcm dell’8 marzo 2020. Non solo. Operatori con sintomi da Covid19 hanno continuato a lavorare nella struttura anche senza mascherina e senza un effettivo controllo. Fino all’intervento dell’USCA del 3 aprile 2020 non è stato attuato alcun effettivo isolamento dei pazienti Covid19 da quelli negativi e non è stato adottato nessun provvedimento per differenziare i percorsi ‘sporchi’, dove ci si spoglia dagli abiti che possono essere venuti a contatto con il virus, dai percorsi ‘puliti’, dove si transita esclusivamente con abiti puliti per limitare al massimo nuovi contagi”.
La gestione dell’emergenza
Per tutto il mese di marzo – prosegue il Segretario Nazionale di Codici – la struttura è risultata praticamente abbandonata a se stessa, con il Direttore di Struttura ed il Direttore Sanitario assenti, il primo in autoquarantena ed il secondo positivo al Covid19, e con una sostanziale autogestione degli operatori sanitari, perfino sulle scelte non di loro competenza, come la somministrazione di terapie e ossigeno. A fronte di questi elementi, ravvisati dai Pubblici Ministeri, tutto ci saremmo aspettati meno che una richiesta di archiviazione. I parenti degli anziani ospiti della struttura non meritano questo, nemmeno i lavoratori, hanno il diritto di conoscere la verità e di vedere a processo i responsabili per quanto accaduto. L’emergenza non è stata affrontata nel modo corretto, non è possibile cancellare tutto con un colpo di spugna, archiviare gli errori commessi come se niente fosse. Ci opporremo alla richiesta dei PM e continueremo a batterci, su I Glicini di Bra così come sulle altre Rsa colpite dal Covid19”.
La battaglia per la verità e la giustizia continua
L’associazione Codici rinnova l’invito ai parenti degli ospiti di queste strutture a segnalare irregolarità, scarsa assistenza o informazioni carenti, pronta a fornire assistenza legale per tutelarne i diritti.