Il parco nazionale dei televisori compatibili con il nuovo standard DVB-T2 non supera il 30-35% e 42 milioni di apparecchi rischiano di essere oscurati.
Un passaggio a rischio
È il dato allarmante che emerge da alcuni studi legati alla Nuova TV Digitale, su cui l’associazione dei consumatori Codici e l’associazione delle emittenti locali Radiotelevisioni Europee Associate chiedono un intervento da parte del Governo. “Il prossimo settembre – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – inizierà un processo che porterà, entro giugno 2022, alla diffusione di tutte le trasmissioni digitali terresti nel nuovo standard DVB-T2. Un percorso graduale, scaglionato per aree geografiche, che però ad oggi il Paese non è in grado di affrontare. Soltanto 1 televisore su 3, infatti, è idoneo alla nuova tecnologia, quindi moltissimi utenti sono destinati a non ricevere più i programmi delle reti nazionali e locali. Il Bonus TV messo a disposizione dal Mise è senz’altro un’iniziativa positiva, ma non si può pensare di risolvere il problema che si profila con un buono da 50 euro per acquistare un altro televisore o un decoder. Serve ben altro”.
Il Bonus non basta
“Abbiamo inviato una diffida alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed al Mise, chiedendo anche l’intervento di Agcm ed Agcom – afferma Antonio Diomede, Presidente dell’associazione Radiotelevisioni Europee Associate – per la modalità del passaggio alla tecnologia DVB-T2 in relazione al numero dei televisori abilitati alla ricezione del nuovo standard televisivo. Riteniamo che almeno 42 milioni di apparecchi rimarranno oscurati, mentre l’utenza locale potrebbe perdere tra il 60% e il 70% dell’ascolto tradizionale, con una prevedibile irreversibile crisi di tutto il comparto, che conta oltre 7.000 posti di lavoro, indotto compreso. Alla luce di questi scenari gravi e preoccupanti, riteniamo doveroso e indispensabile assicurare il servizio radiotelevisivo nazionale e locale al 100% della popolazione. Come? Mettendo a disposizione doppie frequenze così da continuare il servizio in DVB-T e, contemporaneamente, avviare quello DVB-T2 senza penalizzare utenza, operatori di reti e fornitori di contenuti FSMA. Un’altra valida alternativa potrebbe essere quella di far partire il T2 a giugno 2022 per dare il tempo necessario all’utenza di poter adeguare i propri televisori”.