A fronte della crescente domanda e della costante competitività internazionale, anche l’industria alimentare nazionale deve ripensare i prodotti in modo che utilizzino meno risorse (energia, acqua, materia prima) ed abbiano una bassa impronta ecologica.
Il sistema alimentare italiano si pone su scala globale come modello di produzione e consumo sostenibili, in grado di fronteggiare il crescente fabbisogno della popolazione mondiale nel rispetto dell’ambiente e delle comunità.
Negli ultimi 15 anni l’industria alimentare italiana ha ridotto complessivamente del 40% il peso ed il volume degli imballaggi, con un risparmio di 300 milioni di tonnellate di imballi primari e di circa di 20% delle emissioni di anidride carbonica.
Inoltre, sono stati raggiunti e superati i target fissati dall’UE su recupero e riciclo dei rifiuti d’imballaggio, con percentuali sempre crescenti di anno in anno.
Le azioni dovranno essere focalizzate su questi aspetti: approvvigionamento sostenibile e pieno sfruttamento delle materie prime agricole: dalle imprese agricole arriva la materia prima (a titolo esemplificativo reflui zootecnici, scarti alimentari e delle colture che rappresentano un’inestimabile miniera rinnovabile, nonché di elementi che giocano un ruolo centrale in agricoltura, come fosforo, azoto e potassio).
L’area più promettente su cui investire è il settore zootecnico, che attualmente ha le migliori prospettive di applicazione dei concetti di economia circolare.
I dati sono importanti; da solo questo settore produce più del 30% degli scarti dell’industria agro-alimentare, per un totale di più di 570 milioni di tonnellate annue!
Gli attuali sistemi alimentari mettono sotto forte pressione l’ambiente arrivando a produrre sino al 30% del totale delle emissioni di gas ad effetto serra in Europa.
Detti sistemi sono il principale fattore di degrado ambientale e cambiamento climatico.
I processi di produzione di carne e prodotti caseari sono responsabili del 50% di tali emissioni ed incidono per l’80% sull’utilizzo di terreno agricolo, uso di acqua e perdita di biodiversità.
Il tema della sostenibilità per la filiera del packaging trae origine dalla Direttiva Europea 62/94, i cui contenuti sono ancora oggi attuali ed indicano le linee guida da seguire per una gestione ecosostenibile.
La filiera del packaging è stata tra le prime ad essere normata con riferimento specifico ai temi della sostenibilità e, come tale, rappresenta oggi un modello di successo sia per i positivi risultati di riciclo e recupero raggiunti, sia per il più generale approccio adottato sulle tematiche ambientali.
Nel giugno 2018, il Consiglio Europeo ha adottato “Le conclusioni per un’alimentazione sana per i bambini”, includendo nei fattori che determinano modelli di “alimentazione non sana” anche quelli legati ai sistemi alimentari.
La Presidenza austriaca dell’Unione Europea del 2018, ha organizzato a Vienna la conferenza “People’s Food, People’s Health”, che ha visto l’importante partecipazione di EuroHealthNet.
Il risultato è stata la stesura di un Policy Brief e di un Piano d’azione, prossimo alla pubblicazione, per Stati e stakeholders.
Nel gennaio 2019 la Commissione europea ha pubblicato un documento di riflessione su “Un’Europa sostenibile entro il 2030”.
Nel documento, si analizzano quegli squilibri che nella catena alimentare devono essere corretti, ribadendo – al contempo – la necessità di un approccio globale nel realizzare la transizione verso un sistema alimentare sostenibile basato sui principi dell’economia circolare.
Politiche per contrastare prassi inique all’interno dei sistemi alimentari sono in corso di attuazione.
Vi è un crescente consenso verso l’adozione di interventi normativi più forti per contrarre la produzione, ridurre l’attività promozionale e le dichiarazioni sulle proprietà nutritive di alimenti che contengono ingredienti non sani (con elevati livelli di grassi trans, zuccheri e sale).
Cresce la convinzione che le soluzioni risiedano in interventi integrati come l’invito da parte della Commissione Europea e di altri stakeholder a realizzare una nuova “Politica Comune Alimentare Europea” con una nuova governance verso i sistemi alimentari sostenibili.