Prosegue spedita e decisa l’azione avviata dall’associazione Codici nei confronti di Costa Crociere per tutelare i viaggiatori che hanno preso parte alla sfortunata vacanza “Grecia nel cuore” dell’agosto 2019.

L’ordinanza del Tribunale di Genova

Dopo la vittoria presso la Corte di Appello di Genova, che nel luglio scorso aveva dichiarato ammissibile la class action, è arrivato ora il via libera del Tribunale di Genova (qui l’estratto dell’ordinanza).

L’azione per il risarcimento prosegue

“Un’altra vittoria per i viaggiatori – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, che ripaga l’associazione per tutti gli sforzi fatti in questi mesi. Non abbiamo mai mollato, anche di fronte alle difficoltà crescenti dell’azione legale, siamo andati avanti convinti delle nostre ragioni, che sono state riconosciute dalla Corte di Appello. La class action è legittima e andremo fino in fondo”.

Chi può aderire 

All’azione avviata da Codici può aderire chi ha acquistato il pacchetto turistico organizzato da Costa Crociere a bordo della nave Costa Victoria denominato “Grecia nel cuore” con imbarco il 17 agosto 2019 e sbarco il 24 agosto 2019 a Bari e che intende unirsi alla domanda di rimborso parziale del prezzo e di risarcimento danni in considerazione della soppressione della tappa di Corfù, della tardiva informazione sui rischi connessi alla tappa di Atene e dei ritardi nella gestione delle operazioni di sbarco. Per aderire all’azione collettiva c’è tempo fino al 31 marzo 2022.

Le criticità segnalate e le richieste per i crocieristi

“Ci sono una serie di elementi che a nostro avviso rendono necessario e doveroso il rimborso parziale del prezzo del pacchetto turistico ed il risarcimento dei danni da vacanza rovinata – afferma Stefano Gallotta, Responsabile del settore Turismo e Trasporti di Codici – e sono i motivi alla base della nostra azione. La crociera si è rivelata diversa da quella che i viaggiatori avevano scelto e acquistato. Una delle quattro tappe, quella di Corfù, è stata cancellata senza informare i crocieristi del diritto di rimborso. I viaggiatori, inoltre, sono stati informati tardivamente dei rischi correlati alla tappa di Atene. La sera prima dello sbarco al Pireo, con un’informativa allegata al diario di bordo che non era stata fornita ai crocieristi al momento della prenotazione dell’escursione, Costa ha comunicato che la visita della città li avrebbe esposti a seri rischi, dai borseggi fino agli attacchi terroristici, inducendoli così a rinunciare all’escursione o, comunque, a effettuare escursioni ridotte in città in uno stato di estrema preoccupazione e ansia, quindi non di certo in uno spirito da vacanza. Infine, la compagnia ha gestito maldestramente le operazioni di sbarco a Bari, facendo attendere 4-5 ore i viaggiatori prima di poter scendere a terra, creando tra l’altro tensioni a bordo così forti da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Tensioni con l’equipaggio già sorte dopo la cancellazione della tappa di Corfù, circostanza che ha indotto i nostri assistiti ad evitare il più possibile la frequentazione degli spazi comuni, non usufruendo così negli ultimi 2-3 giorni di crociera di buona parte degli spettacoli serali, del casinò e degli altri intrattenimenti. È per tutte queste ragioni che abbiamo avviato una class action, che tra l’altro è la prima ad essere stata accolta in Italia nel settore crociere. La nostra richiesta è semplice e netta: riduzione del prezzo versato alla luce delle variazioni peggiorative del pacchetto turistico acquistato e risarcimento del danno da vacanza rovinata”.

COME PARTECIPARE ALLA CLASS ACTION:

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