‘Ndrangheta a Roma, Codici: necessaria un’azione congiunta per difendere la legalità

La dimostrazione pratica ed inquietante dell’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico ed imprenditoriale della capitale.

L’operazione della Dia

Così l’associazione Codici commenta l’operazione contro la ‘ndrangheta che ha portato all’arresto di 26 persone ed al sequestro di 25 società per un valore totale di 100 milioni di euroSu disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, a Roma e provincia, nella regione Lazio, in Provincia di Cosenza e Agrigento, si è svolta una vasta operazione della Direzione Investigativa Antimafia per dare esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia – che dispone misure cautelari nei confronti di 26 persone, indiziate a vario titolo di far parte di un’associazione per delinquere di stampo mafioso (416bis CP), costituente una cd. locale di ‘ndrangheta, radicata sul territorio della capitale, finalizzata ad acquisire la gestione e/o il controllo di attività economiche nei più svariati settori (ad es. ittico, della panificazione, della pasticceria, del ritiro delle pelli e degli olii esausti), facendo poi sistematicamente ricorso ad intestazioni fittizie al fine di schermare la reale titolarità delle attività e di numerose ipotesi di attribuzione fittizia di valori. L’organizzazione di matrice ‘ndranghetista si ripropone, alla stregua di quanto ricostruito, in termini di gravità indiziaria, dalle indagini sviluppate dal Centro Operativo D.I.A. di Roma, anche il fine di commettere delitti contro il patrimonio e l’incolumità individuale, affermando il controllo egemonico delle attività economiche sul territorio. 

Allarme legalità 

“Quando si lanciano gli allarmi sul pericolo delle infiltrazioni malavitose e sulla presenza massiccia e pericolosa della criminalità organizzata a Roma, così come in altre città italiane – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, è proprio a questo che ci riferiamo. Siamo di fronte ad un sistema che puntava ad acquisire la gestione ed il controllo di attività economiche in svariati settori, dalla panificazione alla ristorazione, dall’ittico alla pasticceria. Un ciclo continuo di affari, garantito anche da patti mafiosi, portato avanti con il passaggio da una società ritenuta ormai compromessa ad una nuova, mettendo al riparo i veri titolari attraverso il ricorso ad intestazioni fittizie. Quella della ‘ndrangheta a Roma è diventata ormai una presenza inquietante, che deve far riflettere. I tentacoli dei clan si allungano sempre di più sulla capitale e questo non fa che aumentare i pericoli per cittadini ed imprese, che di fronte alle difficoltà economiche crescenti corrono il rischio di finire in mano a questi criminali. La dimostrazione arriva dall’aumento dei casi di usura, un’emergenza emersa con forza durante la pandemia ed ora alimentata dal caro energia. Anche in questa vicenda naturalmente siamo pronti a fare la nostra parte in Tribunale, fornendo assistenza legale alle vittime.

La richiesta al Campidoglio

Non possiamo, però, non chiamare nuovamente in causa il Comune di Roma conclude Giacomelli . Da tempo chiediamo di avviare un confronto tra tutti i soggetti impegnati nella lotta alla criminalità e nella difesa della legalità. Dopo questa operazione, l’ennesima, ci auguriamo che finalmente il Campidoglio prenda atto della gravità della situazione. È arrivato il momento di definire un percorso comune per contrastare le infiltrazioni mafiose e difendere la legalità”.

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