Un caso emblematico dei problemi che possono sorgere per chi prenota una vacanza.
Crociera saltata
La vicenda riguarda una famiglia di Venezia, assistita dall’associazione Codici, che aveva acquistato un pacchetto turistico per una crociera con la Azamara Cruises dal 7 al 16 agosto 2022, con imbarco a Dublino e sbarco a Reykjavik. A pochi giorni dalla partenza, prima il figlio e successivamente la madre sono risultati positivi al tampone antigenico Covid19. A quel punto la famiglia ha deciso di rinunciare alla crociera, procedendo con l’annullamento della prenotazione per impossibilità sopravvenuta. In un primo momento tutto sembrava filare liscio, dallo scambio di e-mail e dalle telefonate effettuate, ma nel giro di poco tempo la disponibilità della compagnia si è trasformata in un secco rifiuto al rimborso. Al posto della restituzione dei soldi spesi è stato proposto un non meglio precisato voucher.
Rimborso o voucher
È bene considerare un aspetto in questa vicenda. La normativa comunitaria prevede che in caso di cancellazione del contratto per impossibilità sopravvenuta spetta al cliente il diritto di scegliere tra il rimborso in denaro di quanto versato, da restituire entro 14 giorni dalla risoluzione del contratto, ed eventuali forme alternative di ristoro, che possono essere proposte, ma non imposte, dal tour operator. Un problema, quello del rimborso negato e del voucher imposto, che ha caratterizzato il periodo del picco dell’emergenza Covid, con tanti consumatori danneggiati in seguito alla cancellazione del viaggio.
Diritti trattati come optional
Nel caso della crociera sfumata per la famiglia veneziana è stata avviata un’azione legale che punta al riconoscimento non solo del rimborso, ma anche del risarcimento danni. In generale, però, è bene segnalare eventuali problemi sorti in seguito alla cancellazione di un viaggio, perché ci sono diritti che troppo spesso, e con grande facilità, vengono trattati come optional e ignorati da compagnie, agenzie e tour operator.