Non è positiva la reazione iniziale delle banche alla sentenza della Corte Costituzionale del 23 dicembre scorso che ha riaperto il caso Lexitor.
Le diffide
Se è chiaro il verdetto che stabilisce il rimborso dei consumatori per le spese sostenute anticipatamente e non godute in virtù dell’estinzione anticipata del finanziamento o del prestito sottoscritto, non si può dire altrettanto della replica degli istituti a cui l’associazione Codici ha inviato una diffida affinché quanto stabilito a fine 2022 venga applicato.
Cosa dice la Consulta
“Come spesso accade in questi casi – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – la sentenza è chiara, ma stanno emergendo i primi ostacoli per la sua attuazione. Il perché è facile da intuire. La sentenza della Corte Costituzionale rimette in discussione un periodo di tempo considerevole, oltre 10 anni, e questo per le banche significa dover sborsare cifre notevoli. La Consulta, infatti, dice chiaramente che il consumatore ha diritto di ottenere la riduzione delle somme versate ma di cui non ha beneficiato in virtù della conclusione anticipata del rapporto contrattuale. Abbiamo avviato un’azione per permettere ai consumatori di ottenere quanto dovuto, come stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale. Sono state inviate già delle diffide ai principali operatori, in quanto temiamo che possano sorgere dei problemi nel riconoscimento dei rimborsi. E, purtroppo, i nostri timori si stanno rivelando fondati”.
Primi ostacoli per i consumatori
“Le prime risposte che abbiamo ricevuto dalle banche che abbiamo diffidato non sono del tutto soddisfacenti – dichiara Marcello Padovani, avvocato di Codici –. C’è chi assicura di aver agito sempre correttamente e su questo faremo le opportune verifiche. Quello che preoccupa, però, è il comportamento di chi promette il rimborso ma solo per i consumatori che ne fanno richiesta, senza fornire indicazioni chiare e precise su come avverrà. Non è questo il modo di recepire una sentenza della Corte Costituzionale, soprattutto per un caso delicato come quello Lexitor, su cui si è espressa anche la Corte di Giustizia Ue. I consumatori devono essere rimborsati e non spetta a loro dimostrare di essere stati danneggiati, devono essere le banche a sanare posizioni irregolari. Le prime risposte che abbiamo ricevuto non sono incoraggianti, ma non ci spaventano e tantomeno fermano la nostra azione. Stiamo raccogliendo segnalazioni e verificando casi, pronti ad avviare iniziative legali affinché i consumatori ottengano quanto gli spetta, come sancito dalla Consulta”.
L’azione avviata dall’associazione Codici sul caso Lexitor riguarda i contratti sottoscritti tra settembre 2010 e luglio 2021 per cui è stata chiesta l’estinzione anticipata.