Calano i prestiti, aumenta il rischio usura.
Il rapporto della Cgia
Questo, in estrema sintesi, il dato che emerge dall’ultimo rapporto dell’Ufficio studi della Cgia, su cui interviene l’associazione Codici sottolineando l’estrema delicatezza della situazione. Tra il 2021 ed il 2022 gli impieghi vivi alle aziende con meno di 20 addetti sono scesi di 5,3 miliardi di euro (-4,3%). Le regioni più colpite sono Liguria (-7,12%), Friuli Venezia Giulia (-6,54%), Umbria (-6,49%) e Veneto (-6,24%). Si tratta soprattutto di esercenti, piccoli commercianti, artigiani e lavoratori autonomi, non più appetibili commercialmente dal sistema bancario ed aggrediti dalla concorrenza dell’e-commerce.
Rischio usura
“L’emergenza Covid ha inferto un colpo durissimo ad una realtà già in difficoltà – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – ed il caro bollette ha fatto il resto. C’è chi è stato costretto a chiudere l’attività e chi, nel disperato tentativo di salvarla, si rivolge agli strozzini, non rendendosi conto che così facendo peggiora soltanto le cose. Il calo dei prestiti bancari, l’impossibilità di accedere al credito legale può spingere chi è in difficoltà a rivolgersi alle persone sbagliate, che in quel momento si presentano come l’unica soluzione ai problemi. Si inizia con un prestito da amico, un favore di poco conto che in breve si trasforma in un peso insostenibile che fa precipitare la vittima in un incubo. A nostro avviso deve essere rivisto il sistema di aiuti per chi si trova in una condizione di sovraindebitamento per evitare che il passo successivo sia l’usura. Al tempo stesso rinnoviamo l’invito a chi è in difficoltà economica di non rivolgersi agli strozzini. Dietro di loro c’è la criminalità organizzata, sono malviventi senza scrupoli, bisogna restare nella legalità”.