Incubo malasanità

Due casi pieni di ombre, due decessi su cui è stato richiesto l’intervento della magistratura per fare piena luce.

Da anni impegnata in battaglie legali per tutelare i pazienti ed il diritto alla salute dei cittadini, l’associazione Codici ha deciso di presentare due esposti per chiedere che venga fatta chiarezza su due casi sospetti di malasanità.

La prima vicenda è avvenuta a Roma, presso l’ospedale Sant’Andrea. È lì che è stata ricoverata una donna di 42 anni, sposata e madre di una bambina, per un’operazione alla tiroide. Un intervento di routine, che si è trasformato in una tragedia. Nel giro di 24 ore, infatti, la donna è stata sottoposta a due operazioni, la seconda disposta per rimediare alla prima che non avrebbe dato gli esiti sperati. Dopo il primo intervento, stando al racconto dei parenti, la paziente lamentava un fastidio alla gola, nulla che facesse presagire quello che poi è successo, ovvero un peggioramento improvviso e grave delle sue condizioni. Che cosa è andato storto? Come si è potuti arrivare a questo tragico epilogo? Sono alcune delle domande a cui la magistratura deve dare una risposta. Se c’è stato un errore da parte dei medici, allora devono emergere i nomi di chi ha sbagliato affinché venga fatta giustizia. Un atto doveroso di fronte al dramma che si è consumato.

Il secondo caso sui incombe lo spettro della malasanità è avvenuto in Calabria. Un ragazzo di 29 anni è deceduto al Policlinico di Rossano Calabro. A causa di difficoltà respiratorie, probabilmente dovute ad un’infezione odontoiatrica scaturita da un precedente intervento, il giovane si era recato al Pronto Soccorso dell’ospedale civile di Corigliano Calabro, da dove è stato dimesso. A causa di un peggioramento delle sue condizioni, pochi giorni dopo si è rivolto al nosocomio di Rossano Calabro. I medici avrebbero disposto il trasferimento del paziente all’ospedale Annunziata di Cosenza, che sarebbe però stato bloccato dall’assenza sull’ambulanza di una barella adeguata alla corporatura del ragazzo. Inutile l’attesa di un mezzo idoneo, in quanto il ragazzo è deceduto. È chiaro che bisogna verificare cosa è successo nel primo ricovero al Pronto Soccorso e nel successivo in ospedale, anche e soprattutto per quanto riguarda il trasferimento in ambulanza. C’è da capire, inoltre, come è stato effettuato l’intervento odontoiatrico da cui sarebbero sorti i problemi. 

Ogni giorno i malati subiscono danni a causa di errori diagnostici o negligenza. Le ragioni sono varie: strutture obsolete, carenza di personale, crescita del fabbisogno della domanda. L’associazione Codici ha lanciato la campagna “Indigniamoci!”, che coinvolge tutti gli Sportelli presenti sul territorio nazionale, che raccolgono dati e casi segnalati direttamente dai pazienti. Un’azione doverosa per tutelare diritti troppo spesso ignorati o calpestati e per combattere una malasanità che continua a rappresentare una minaccia seria, nonostante i tentativi di minimizzare un’emergenza che c’è e che la pandemia ha soltanto fatto passare in secondo piano.

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