Poteva essere salvata.
La denuncia
È il pensiero atroce che ha spinto una madre a denunciare la morte terribile e piena di ombre della figlia a Catanzaro. Un caso su cui incombe lo spettro della malasanità e su cui l’associazione Codici interviene chiedendo verifiche approfondite per accertare l’operato dei medici.
Lo spettro della malasanità
“Ci sono tanti aspetti da chiarire – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – ed è doveroso fare piena luce su questa terribile vicenda. Ore ed ore di attesa in ospedale che si sono trasformati in un’agonia. Le indagini della Procura sono doverose, bisogna fare chiarezza”.
L’attesa e l’operazione
L’attenzione degli inquirenti, in particolare, è rivolta al primo ricovero della ragazza, avvenuto presso l’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone. La giovane era giunta al nosocomio in ambulanza lamentando forti dolori addominali. È la mattina del 7 aprile e dopo alcune ore di attesa al Pronto Soccorso, dove sarebbe stata registrata in codice verde, torna a casa. I dolori, però, continuano e così decide di richiamare l’ambulanza, che la trasporta nuovamente al Pronto Soccorso, dove sarebbe stata sistemata provvisoriamente in un corridoio. Le condizioni della ragazza non migliorano, inizia anzi a vomitare e così viene, a quanto si apprende, prima spostata in una stanza e successivamente trasferita nel reparto di Chirurgia. Il mattino successivo la paziente viene sottoposta ad un intervento d’urgenza e nel pomeriggio avviene il trasferimento nel reparto di Rianimazione, dove rimarrà fino al 17 aprile. In coma farmacologico, la giovane viene infine trasferita al Policlinico Universitario di Germaneto, dove muore il 24 aprile. Un calvario, una vicenda su cui bisogna fare piena luce e per questo si batterà l’associazione Codici, da anni impegnata in azioni legali contro la malasanità.