Risparmi e sostenibilità grazie alle Comunità Energetiche Rinnovabili. Ecco come realizzarle.

I servizi offerti

L’associazione Codici propone un servizio per costituire una Comunità Energetica Rinnovabile.

Il servizio offerto prevede:

– progettazione e realizzazione dell’impianto

– disbrigo pratiche burocratiche per l’avvio dei lavori

– domanda per un mutuo a tasso agevolato

– monitoraggio di produzione e consumi energia tramite App

– certificazione e monitoraggio dell’impianto

– adempimenti burocratici

– stesura della contrattualistica

– gestione dei rapporti con gli enti

– gestione finanziaria del servizio

– adeguamento alle novità normative

– gestione amministrativa dell’impianto

Questi sono alcuni dei principali servizi offerti da Codici. Vuoi costituire una Comunità Energetica Rinnovabile e non sai come fare? Chiama il numero lo 065571996 oppure scrivi all’indirizzo [email protected], gli esperti dell’associazione saranno a tua disposizione per fornire chiarimenti e tutta l’assistenza necessaria per realizzare una CER.

Cos’è la CER

La Comunità Energetica Rinnovabile è un gruppo di soggetti che si organizzano per produrre e condividere localmente l’energia prodotta da fonti rinnovabili. Possono far parte di una CER semplici cittadini, imprese, pubbliche amministrazioni (come, ad esempio, i Comuni) ed enti del terzo settore che producano o meno energia. Le CER sono anche lo strumento ideale per combattere la povertà energetica.

Nello specifico, citando quanto riportato dal GSE (Il Garante ed il promotore dello sviluppo sostenibile del Paese), una Comunità Energetica Rinnovabile è un soggetto giuridico:

  1. che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria (a condizione che, per le imprese private, la partecipazione alla comunità di energia rinnovabile non costituisca l’attività commerciale e/o industriale principale) ed è autonomo;
  2. i cui azionisti o membri che esercitano potere di controllo sono persone fisiche, piccole e medie imprese (PMI), enti territoriali o autorità locali, ivi incluse, ai sensi dell’art. 31, comma 1 lettera b) del D.Lgs. 199/21, le amministrazioni comunali, gli enti di ricerca e formazione, gli enti religiosi, del terzo settore e di protezione ambientale nonché le amministrazioni locali contenute nell’elenco delle amministrazioni pubbliche divulgato dall’Istituto Nazionale di Statistica (di seguito anche: ISTAT) secondo quanto previsto all’articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, situati nel territorio degli stessi Comuni in cui sono ubicati gli impianti di produzione detenuti dalla Comunità di energia rinnovabile;
  3. il cui obiettivo principale è fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri azionisti o membri o alle aree locali in cui opera, piuttosto che profitti finanziari.

Come funziona una Comunità Energetica Rinnovabile

Una CER ha un proprio impianto di produzione di energia e consuma ciò di cui ha bisogno. I membri della CER devono produrre energia con impianti alimentati da energia rinnovabile. L’energia che non viene consumata può essere accumulata e venduta, anche con accordi di compravendita di energia elettrica rinnovabile, direttamente o mediante aggregazione. Per realizzare una CER è necessario individuare un’area dove realizzare l’impianto con tecnologie rinnovabili e gli utenti che si collegano alla stessa cabina primaria. Spetta al GSE il compito di verificare in via preliminare l’ammissibilità dei soggetti interessati, questo per garantire la possibilità di accedere ai benefici previsti.

Gli impianti

Non ci sono restrizioni per quanto riguarda le tipologie di impianti che possono essere utilizzati all’interno di una CER. Quelli più diffusi, grazie alla semplicità di installazione, sono i pannelli fotovoltaici, ma è possibile ricorrere anche a eolico e idroelettrico, solo per fare due esempi. L’importante è che sia energia pulita. La normativa fissa, invece, dei paletti per quanto riguarda la potenza. Gli impianti possono avere una potenza complessiva massima di 1 MW.

Vantaggi per bolletta e per l’ambiente

La Comunità Energetica Rinnovabile permette di ottenere dei vantaggi e dei benefici importanti. Il primo, immediato, riguarda la bolletta. Alla luce anche dei rincari nel settore energia che hanno segnato gli ultimi mesi, grazie alla CER è possibile ottenere un risparmio importante grazie alla riduzione del carico delle componenti variabili della spesa energetica, quota energia, oneri di rete, accise e IVA. Non solo. L’energia non utilizzata può essere venduta. Al riguardo, il GSE precisa che l’energia elettrica “condivisa” (pari al minimo, su base oraria, tra l’energia elettrica immessa in rete dagli impianti di produzione e l’energia elettrica prelevata dai consumatori che rilevano per la configurazione) beneficia di un contributo economico riconosciuto dal Gestore stesso a seguito dell’accesso al servizio di valorizzazione e incentivazione. Quando si parla di incentivi e bonus è sempre bene avvalersi del parere di esperti, in quanto la materia è tecnica e, soprattutto, la normativa è in continua evoluzione. Anche su questo è possibile contare sul supporto dell’associazione Codici.

Il secondo vantaggio, che ha effetto sul medio-lungo periodo ma non per questo è meno importante del risparmio in bolletta, riguarda l’ambiente. L’emergenza climatica è un tema centrale del dibattito oltre che dell’agenda politica internazionale ed è chiaro che produrre energia da fonti rinnovabili, come nel caso della CER, permette di limitare ad esempio le emissioni di CO2 e di altri gas inquinanti.

Incentivi e fondi del PNRR

I Comuni con meno di 5.000 abitanti, tra i soggetti che possono costituire una CER, possono beneficiare importanti incentivi. Questo grazie ai fondi del PNRR. Si favorisce, in questo modo, la costituzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili in quei paesi più piccoli e remoti, che sono il 70% dei Comuni italiani. Il contributo è del 40% dell’investimento a fondo perduto. Può riguardare un nuovo impianto o il potenziamento di uno esistente.

Il via libera di Bruxelles

La Commissione europea ha dato il via libera al decreto italiano di incentivazione alla diffusione dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. L’annuncio è arrivato il 22 novembre direttamente dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

“Siamo di fronte a una svolta, a una nuova fase storica nel rapporto tra cittadini ed energia”, commenta il Ministro Gilberto Pichetto. “Ora le Comunità energetiche rinnovabili – spiega potranno diventare una realtà diffusa nel Paese, sviluppando le fonti rinnovabili e rendendo finalmente il territorio protagonista del futuro energetico nazionale. Grazie alle Comunità energetiche, infatti, ciascun cittadino potrà contribuire alla produzione di energia rinnovabile, e averne i benefici economici derivanti dall’autoconsumo, pur non disponendo direttamente degli spazi necessari alla realizzazione degli impianti FER. Per la sua unicità, il provvedimento italiano ha richiesto una forte attenzione della Commissione Europea, che ha comunque pienamente validato il modello italiano: oggi questo rappresenta dunque un apripista per altre esperienze nel Continente. Voglio ringraziare per il risultato ottenuto tutte le strutture del Ministero e della rappresentanza italiana a Bruxelles, per il valore tecnico delle norme e per l’interlocuzione sempre propositiva con gli organismi europei”.

Il decreto italiano (qui la presentazione) è incentrato su due misure: una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa e un contributo a fondo perduto. La potenza finanziabile è pari a cinque Gigawatt complessivi, con un limite temporale a fine 2027.

È inoltre previsto per le Comunità realizzate nei comuni sotto i 5.000 abitanti, un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili in relazione all’investimento effettuato per realizzare un nuovo impianto o per potenziarne uno esistente. Questa misura è finanziata con 2,2 miliardi dal PNRR, con l’obiettivo di realizzare una potenza complessiva di almeno 2 Gigawatt. Il contributo a fondo perduto potrà di essere cumulato con la tariffa incentivante entro limiti definiti.

I benefici previsti riguardano tutte le tecnologie rinnovabili, quali ad esempio il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico e le biomasse. Per le CER, i destinatari del provvedimento possono essere gruppi di cittadini, condomìni, piccole e medie imprese, ma anche enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi. La potenza dei singoli impianti non può superare il Megawatt.

Passaggio iniziale per la realizzazione di una CER, dopo l’individuazione dell’area interessata alla costruzione dell’impianto e della cabina primaria, è l’atto costitutivo del sodalizio, che dovrà avere come oggetto sociale prevalente i benefici ambientali, economici e sociali.

Il soggetto gestore della misura è il GSE, che valuterà i requisiti di accesso ai benefici ed erogherà gli incentivi e che, su istanza dei soggetti interessati, potrà eventualmente verificare l’ammissibilità in via preliminare.

Decreto pubblicato

Sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in data 23 gennaio 2024, è stato pubblicato il decreto che stimola la nascita e lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso in Italia. Dal 24 gennaio entra dunque a tutti gli effetti in vigore il decreto, essendo avvenuta la registrazione della Corte dei Conti e, in precedenza, l’approvazione della Commissione europea.

Informazioni utili

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato un interessante documento per fornire chiarimenti sulle CER. Qui una risposta alle tante domande sullo strumento delle Comunità Energetiche Rinnovabili.

L’associazione Codici può supportarti, non esitare a contattarci!
Per informazioni scrivere a [email protected]
Telefono 06.55.71.996