Sono 22 i siti irregolari segnalati da Ivass nell’ambito dell’attività di vigilanza sulle assicurazioni.
L’Istituto precisa che la distribuzione di polizze assicurative tramite questi siti è irregolare. Le polizze ricevute dai clienti sono false e i relativi veicoli non sono assicurati. Di seguito i siti irregolari:
Ivass raccomanda di adottare le opportune cautele nella valutazione di offerte assicurative via internet o telefono (anche via WhatsApp), soprattutto se relative a polizze di durata temporanea.
In particolare, Ivass consiglia ai consumatori di controllare, prima del pagamento del premio, che i preventivi e i contratti siano riferibili a imprese e intermediari regolarmente autorizzati e di consultare sul sito IVASSl’elenco dei siti riconducibili ad intermediari regolarmente iscrittipresente nellapagina dedicataed aggiornato con cadenza mensile.
Ivass sottolinea, in particolare, che i pagamenti dei premi effettuati a favore di carte di credito ricaricabili o prepagate sono irregolari e che sono irregolari anche i pagamenti effettuati a favore di persone o società non iscritte nel RUI o negli Albi delle imprese.
A beneficio dei consumatori, di seguito si riportano:
I siti internet o i profili Facebook (o di altri social network) degli intermediari italiani che svolgono attività on-line devono sempre indicare:
i dati identificativi dell’intermediario;
l’indirizzo della sede, il recapito telefonico, il numero di fax e l’indirizzo di posta elettronica certificata;
il numero e la data di iscrizione al Registro unico degli intermediari assicurativi e riassicurativi nonché l’indicazione che l’intermediario è soggetto al controllo di Ivass.
I siti o i profili Facebook (o di altri social network) che non contengono le informazioni sopra riportate non sono conformi alla disciplina in tema di intermediazione assicurativa ed espongono il consumatore al rischio di stipulare polizze contraffatte.
Per gli intermediari dello Spazio Economico Europeo (SEE) abilitatati ad operare in Italia il sito internet deve riportare, oltre ai dati identificativi, il numero di iscrizione nel Registro dello Stato membro di origine, l’indirizzo di posta elettronica, l’indicazione dell’eventuale sede secondaria e la dichiarazione di abilitazione all’esercizio dell’attività in Italia con l’indicazione dell’Autorità di vigilanza dello Stato membro di origine.