Codici: dalla Campania alla Calabria continuano le denunce di malasanità

Dagli slogan alla realtà il passo è tutt’altro che breve.

Scatta l’esposto in Procura

Lo dimostrano le continue segnalazioni su casi sospetti di malasanità, problema che qualcuno vorrebbe ridimensionare se non addirittura negare puntando il dito contro chi denuncia. Gli ultimi due casi si sono verificati nei giorni scorsi in Campania ed in Calabria, due vicende drammatiche e dolorose su cui l’associazione Codici ha deciso di intervenire con altrettanti esposti in Procura per contribuire a fare chiarezza, nell’ambito della sua azione pluriennale contro la malasanità.

Il problema negato 

“Da più parti – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – si cerca di minimizzare quella che è una vera e propria emergenza. La malasanità esiste e va combattuta. Purtroppo, continuiamo a registrare interventi che invece minimizzano il problema, se non addirittura lo negano, arrivando a puntare il dito non sugli errori medici, ma contro i parenti delle vittime che denunciano”.

Il ricovero mancato a Salerno 

Il primo caso su cui l’associazione Codici ha deciso di presentare un esposto è avvenuto in Campania. A Salerno un uomo di 45 anni si è recato al Pronto Soccorso dell’ospedale Ruggi per un mal di pancia. Dopo le visite, il paziente viene dimesso, ma le sue condizioni peggiorano a tal punto che torna in ospedale. I sanitari decidono questa volta per il ricovero, ma ormai è troppo tardi. “Gli aspetti da chiarire sono tanti – osserva Giacomelli –, a partire dalla gestione del caso da parte dei medici. Perché il paziente non è stato ricoverato subito? Com’è possibile passare dalle dimissioni al tentativo disperato del reparto di Rianimazione di salvare l’uomo? Sono solo alcuni punti su cui è doveroso fare piena luce”.

L’agonia in strada a Fuscaldo 

Il secondo caso segnalato dall’associazione Codici riguarda, invece, nuovamente la Calabria. A Fuscaldo, in provincia di Cosenza, un uomo ha accusato un malore mentre camminava in strada con la moglie. E proprio davanti a lei è morto, in quanto i soccorsi non sono giunti in tempo. “Dalle prime ricostruzioni – afferma Giacomelli – l’ambulanza sarebbe arrivata sul posto dopo 45 minuti e demedicalizzata”. Vista la gravità della situazione, gli operatori non hanno potuto far altro che richiedere l’intervento di un medico, ma quando è giunto insieme all’eliambulanza, per l’uomo, dopo 3 ore di agonia, non c’era più niente da fare. “Bisogna fare chiarezza – aggiunge Giacomelli – ed anche in questa vicenda, così come in quella accaduta a Salerno, siamo pronti a fare la nostra parte”.

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