Era la primavera del 2021 quando a Roma si apriva l’ennesimo scandalo, quello dei ritardi nelle sepolture.
Ritardi e proteste
Centinaia le bare in attesa tra carenza di loculi e cremazioni a rilento. Numerose le proteste dei cittadini, che lamentavano lunghe attese, anche di mesi, per poter dare una degna sepoltura ai propri cari. Una situazione insostenibile oltre che di grave inciviltà, su cui l’associazione Codici presentò un esposto in Procura per fare chiarezza. Dopo oltre 2 anni, è arrivata una decisione che lascia allibiti.
La decisione della Procura
“La Procura ha chiesto l’archiviazione – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e questo rende quella vicenda ancora più triste ed amara. Quei cittadini che in un momento doloroso come quello della perdita di un parente o di un amico hanno dovuto attendere mesi per la sepoltura, vedono ora la giustizia voltargli le spalle. Non c’è nessun colpevole, si tratta della solita cronica disorganizzazione di Ama. Siamo ormai in uno Stato senza più garanzie di certezza del diritto. La magistratura, assuefatta dalle inefficienze, invece di colpire i misfatti, li giustifica e protegge con motivazioni capziose. Siamo una società in forte declino istituzionale e dei costumi. La pandemia sfruttata come un alibi, il solito rimpallo di competenze per giustificare i ritardi, lo scaricabarile per un problema come quello dei cimiteri che si trascina da anni tra loculi insufficienti ed un degrado dilagante. Non è colpa di nessuno. Quanto accaduto nella primavera del 2021 viene archiviato come un semplice imprevisto, un intoppo di poco conto che non ha responsabili. Un epilogo difficile da accettare, considerando quanti cittadini sono stati coinvolti ed hanno sofferto. E non bisogna poi dimenticare un aspetto, che non è un dettaglio, ovvero parliamo di Roma, della capitale, che ha fatto l’ennesima pessima figura. L’amarezza è tanta, inutile negarlo. Ci aspettavamo ben altro finale. Così non è stato, ma questo non ci fermerà, continueremo a lottare per difendere i diritti dei cittadini”.