Un’indagine che sta portando alla luce una situazione grave e pericolosa.
La maxi inchiesta
Questo il giudizio dell’associazione Codici in merito all’inchiesta condotta dalla Procura di Roma sulla vendita di olio contraffatto a decine di ristoranti della capitale. Spacciato per extravergine e venduto a prezzi particolarmente bassi, 3 euro al litro contro una media di 9 euro, in realtà si tratterebbe di olio di semi miscelato con clorofilla e betacarotene per alterarne colore e sapore, così da farlo sembrare simile a quello evo.
Una cinquantina i ristoranti coinvolti
“Parliamo di un prodotto simbolo della dieta mediterranea – sottolinea Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e che rappresenta una garanzia di qualità dei ristoranti che lo utilizzano. Dalle indagini emerge un quadro sconcertante. Un laboratorio clandestino avrebbe realizzato un olio contraffatto e adulterato vendendolo ad una cinquantina di ristoranti della capitale, che lo avrebbero acquistato consapevolmente. Un prodotto potenzialmente nocivo per i consumatori. Nel rivolgere un plauso agli inquirenti, ci auguriamo che le indagini vadano fino in fondo e che i responsabili vengano puniti per la tutela dei consumatori e di quelle attività che si comportano correttamente, proteggendo e valorizzando il vero made in Italy”.
Non solo contraffazione
I reati contestati sarebbero quelli di contraffazione di sostanze alimentari e ricettazione, mentre i ristoranti coinvolti sarebbero una cinquantina, dal centro storico di Roma fino ad arrivare a Fiumicino ed ai Castelli Romani. L’associazione Codici è attiva anche nel campo della sicurezza alimentare, tutelando i consumatori nei casi di contraffazione.