Ogni giorno agli Sportelli dell’associazione Codici arrivano segnalazioni da parte di consumatori che hanno subito una truffa.
Le trappole dell’e-commerce
Raggiri legati ad acquisti online, che all’apparenza sembrano sicuri salvo poi rivelarsi delle fregature. Le vittime se ne accorgono quando il prodotto non viene consegnato oppure è diverso rispetto a quello ordinato ed il servizio clienti della piattaforma online non risponde alle richieste di rimborso o di reso. Riconoscere queste frodi non è semplice, anche perché i truffatori sono sempre più abili e riescono ad approfittare anche delle opportunità offerte dalle lacune di alcuni strumenti di pagamento. Come nel caso delle carte prepagate Mooney.
I dubbi sulla procedura
“Un consumatore che abbiamo assistito – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – aveva fatto un acquisto su un sito internet scoprendo poi che si trattava di una truffa. Il conto di questa fantomatica società era legato ad una carta prepagata Mooney ed in seguito alla nostra denuncia è emersa una situazione preoccupante. E non lo diciamo noi, ma il rapporto che ha fatto la Polizia Postale, da cui si evince che le attivazioni di carte prepagate Mooney sono prive di elementi chiari, palesi ed inequivocabili. Per sottoscrivere questo strumento di pagamento bisogna esibire un documento d’identità e poi rilasciare una firma elettronica, che genera un codice OTP inviato tramite SMS su un’utenza di cellulare, senza che sul contratto venga apposta alcuna firma da parte del titolare. I problemi sono due: il documento di identità spesso è falso oppure risulta smarrito, rubato o intestato ad una persona deceduta; l’utenza di cellulare dove arriva l’SMS è invece spesso intestata ad un cittadino straniero che non ha nulla a che vedere con il presunto titolare e l’attivazione avviene esibendo un passaporto estero presso punti vendita di telefonia ma risulta impossibile rintracciare l’intestatario perché risiede altrove”.
Segnalazione a Banca d’Italia
“Questa situazione, lo ripetiamo certificata dalla Polizia Postale – conclude Giacomelli –, presenta delle lacune che vengono sfruttate dai truffatori e per questo abbiamo chiesto una verifica a Banca d’Italia. Ci auguriamo che anche da parte della società ci sia una presa d’atto per migliorare le procedure di attivazione, così da proteggere e tutelare meglio i consumatori”.