C’era anche l’associazione Codici all’udienza che si è tenuta oggi per il processo sul disastro ferroviario a Pioltello, dove un treno deragliò causando la morte di tre passeggeri ed il ferimento di oltre 200 viaggiatori.
Le accuse
Era la mattina del 25 gennaio 2018 quando avvenne il deragliamento del treno regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi. L’incidente causò la morte di tre persone, con oltre 200 feriti. Al centro del procedimento le accuse di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo, lesioni colpose e “omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro”.
Le richieste
L’associazione Codici ha chiesto per le parti civili un risarcimento di 20mila euro per danni morali. I PM della Procura di Milano hanno chiesto 8 anni e 4 mesi di condanna per l’ex ad di Rfi ed altre quattro condanne per ex dirigenti, dipendenti e tecnici di Rfi. Chiesta anche la condanna di Rfi a 900mila euro di sanzione pecuniaria. Per altri tre imputati, invece, è stata chiesta l’assoluzione. Secondo i pm, il disastro ferroviario non fu un fatto occasionale legato alla colpa degli operai manutentori, ma hanno chiesto per gli imputati, che sostengono debbano essere condannati, la concessione delle attenuanti generiche, perché c’è stato un risarcimento danni per le persone offese, in particolare per i familiari delle tre donne rimaste uccise e per molti feriti, e questo è un comportamento apprezzabile, così come quello tenuto nel processo da parte degli imputati di sottoporsi all’esame. Dal canto suo la difesa ha sottolineato come il processo abbia dimostrato che ogni scelta è stata compiuta nel rispetto di un sistema complesso, correttamente regolato, certificato e organizzato. Per la difesa, le richieste di condanna non hanno alcun fondamento probatorio e si fondano su un pregiudizio che non dovrebbe mai trovare ingresso in un’aula di tribunale.
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