Un grave e pericoloso passo indietro sul fronte dei diritti. Questo il giudizio dell’associazione Codici in merito all’arresto di Pavel Durov, fondatore e Ceo di Telegram.
L’Europa, i diritti e la guerra
Un caso internazionale dalle ripercussioni allarmanti quello dell’arresto di Durov, anche per quanto riguarda la già delicata situazione geopolitica. “L’Europa sta calpestando i valori democratici che ci avevano reso diversi dagli altri Paesi – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –. L’arresto del Ceo di Telegram è un attacco alla libertà di parola, tra l’altro avvenuto in uno Stato come la Francia che ha la libertà nel suo celebre motto. Quanto sta accadendo è preoccupante. Le conseguenze di questa vicenda sul piano geopolitico sono evidenti, il tutto considerando un quadro generale delicato. L’arresto di Durov ha innescato una reazione a catena che non fa altro che alimentare i venti di guerra. Il caso Telegram è benzina sul fuoco di un conflitto che rischia di diventare sempre più drammatico. Lo ripetiamo, la strada da seguire è un’altra ed è quella che passa dalla diplomazia per il raggiungimento della pace”.