C'è chi ha chiuso per il lockdown, chi non è riuscito a riaprire. Sono tante le situazioni negative tra le attività che ricadono anche sui consumatori.
Ad esempio su chi ha sottoscritto un abbonamento con una palestra, con un teatro o con centri estetici ed ha perso tutto. Cosa si può fare in questi casi? Lo ha spiegato Davide Zanon, Segretario di Codici Lombardia, ai microfoni di Radio Cusano, intervistato da Livia Ventimiglia nel corso della trasmissione Tutto in Famiglia (qui il podcast).
"Il problema delle attività che hanno chiuso mettendo in difficoltà i consumatori c'è ed è rilevante - ha dichiarato Zanon - perché parliamo di società fallite. Per il cliente, quindi, è difficile riottenere i soldi, perché prima di loro ci sono i creditori. Bisogna poi fare attenzione ai pacchetti, perché in quel caso dipende chi è fallito, se la società o l'azienda che lo forniva. Nel caso non fosse quest'ultima, a quel punto potrebbe essere proposta una soluzione alternativa o un rimborso, vista l'impossibilità di utilizzare il pacchetto. Un'altra situazione da tenere in considerazione è quella delle catene. Se la società madre rimane in piedi, allora si può richiedere la commutazione del voucher in rimborso da utilizzare in un'altra sede. C'è la scomodità di dover magari percorrere un tragitto più lungo per raggiungere il centro, ma almeno i soldi spesi non sono andati persi. Dobbiamo dire che alcune società hanno dimostrato una certa elasticità, concedendo ad esempio la possibilità di cedere l'abbonamento ad un'altra persona. È chiaro, però, che in tutta questa vicenda il consumatore è l'anello debole della catena. Fin dall'inizio abbiamo insistito sul rimborso, perché poi ognuno gestisce i soldi come preferisce, ma comprendiamo l'interesse dell'imprenditore, che è in difficoltà e non riesce ad andare avanti. Non è giusto, però, che alla fine a pagare sia il consumatore ed è per questo che siamo impegnati a fornire assistenza, tutelando chi vuole riavere i propri soldi e non sa come fare".
